Bramante: Tempio S.Pietro in Montorio

Donato Bramante: “Tempio S.Pietro in Montorio” XVI sec. Roma

Il tempio di S. Pietro in Montorio è stato realizzato da Donato Bramante nel luogo della crocifissione di S. Pietro ed è lo stesso tempio dipinto da Raffaello nell’opera d’arte: “Lo sposalizio della Vergine”. Il tempietto, monoptero (colonnato circolare), ha un corpo cilindrico, che costituisce la cella del tempio, la cui muratura è scavata da nicchie insolitamente profonde, decorate con conchiglie, e scandita da paraste (pilastri simili alle lesene decorative). La costruzione è infatti circondata da un colonnato tuscanico (etrusco) sopraelevato su gradini. Sulle 16 colonne corre una trabeazione (formata da architrave, fregio, cornice) conforme alle indicazioni di Vitruvio (architetto del I a.C.) con un fregio (fascia intermedia fra architrave e cornice) decorato con triglifi (formelle con 3 scanalature) e metope (formelle lisce o scolpite). Il fregio è decorato con le chiavi incrociate di S. Pietro, e con i simboli dell’ Eucaristia. Il balcone di balaustre è decorato da nicchie.

L’interno della cella ha un diametro di circa 4 metri e mezzo; più un naos che è uno spazio dedicato alle funzioni liturgiche; un luogo puramente simbolico e commemorativo. La forma cilindrica è in qualche modo trasformata da alte e profonde nicchie, quattro delle quali ospitano le statue degli evangelisti (S. Giovanni, S. Luca, S. Matteo, S. Marco). Sull’altare è collocata una statua di S.Pietro di anonimo lombardo. Il pavimento è a tessere marmoree policrome.

Lo spazio è coperto con una cupola, progettata in conglomerato cementizio e ornata da lesene.

Secondo i progetti iniziali, il tempietto avrebbe dovuto inserirsi al centro di un cortile circolare non realizzato (l’attuale è di forma quadrangolare), così da evidenziare la perfetta simmetria dell’impianto e sottolineare la centralità del tempio.

MICHELANGELO: LA CUPOLA DI S. PIETRO

Michelangelo: “Cupola” XVI sec. Vaticano

Michelangelo sotto richiesta del Papa Paolo III lavora alla basilica di S. Pietro realizzando il Cupolone. Nella cupola sono impostati 16 contrafforti rettangolari radiali che delimitano altrettanti finestroni rettangolari con timpani piramidali e semicircolari. All’esterno le colonne a coppia sormontate da capitelli corinzi da un’alta trabeazione (architrave, fregio, cornice). In alto decorazioni con festoni vegetali. Dai contrafforti partono 16 nervature, dello spessore variabile tra i 2 e i 5 metri che si concludono nella lanterna.

La cupola ha una struttura a doppia calotta: la calotta interna, dello spessore di circa 2 metri, ha funzione portante, mentre l’esterna, rivestita in lastre di piombo, è realizzata a protezione della prima ed ha uno spessore di circa 1 metro. Una serie di abbaini (finestre) permette l’illuminazione naturale. La lanterna, che riprende il tema delle colonne (ioniche) a coppie, è sormontata da una serie di candelieri ed è chiusa, oltre la cuspide da una palla di bronzo sormontata da una croce.

BRAMANTE: CHIESA S.MARIA DELLA PACE

Donato Bramante: “Chiostro” XVI sec. Roma

Il Chiostro di S.Maria della Pace rappresenta una delle opere più importanti del Rinascimento cinquecentesco ed è stata tra le prime opere romane progettate da Bramante.

Lo spazio centrale è circondato da 16 pilastri che formano un portico continuo. Costituito da due ordini, il secondo ordine è diminuito in altezza di 1/4 rispetto al primo.

Il primo livello a piano terra presenta un ordine di paraste ionico che sostiene una trabeazione (architrave, fregio, cornice) con fregio continuo, propria dell’ordine, con una serie di archi a tutto sesto impostati su due ali.

Al secondo livello invece vi è un ordine di paraste composite, con l’inserimento di colonne libere, dello stesso ordine.

Il linguaggio severo, privo di ogni decorazione, differenzia profondamente questa dalle opere realizzate da Bramante durante il precedente periodo.

MICHELANGELO: PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO

Michelangelo: “Piazza del Campidoglio” XVI sec. Roma

Michelangelo ha progettato la piazza del Campidoglio per valorizzare agli occhi dei Romani il ruolo del potere civile della città. La piazza è tra il palazzo dei senatori ed il palazzo dei conservatori. Di fronte a questi palazzi è stato costruito un nuovo palazzo che racchiude la piazza in una forma trapezoidale. Al centro era collocata la statua di Marco Aurelio sostituita dalla copia. Al centro un disegno stellare. Si accede alla piazza attraverso una scalinata che aumenta l’ effetto prospettico.

PALLADIO: LA ROTONDA

Andrea Palladio: “Villa Rotonda” XVI sec. Vicenza

Villa Rotonda è in cima ad un colle appena fuori le mura di Vicenza. A quel tempo molti nobili possidenti amavano la vita semplice. Il prelato Almerico non aveva bisogno di un ampio palazzo, ma desiderava una villa sofisticata, ed è esattamente questo che Andrea Palladio progetta per lui: una residenza con funzioni di rappresentanza, ma anche un tranquillo rifugio di meditazione. Isolata sulla cima del colle sorge questa un originale Villa-Tempio. 

La costruzione consiste in un edificio quadrato, completamente simmetrico e inscrivibile in un cerchio perfetto. Descrivere la villa come “rotonda” è tuttavia tecnicamente inesatto, dato che la pianta dell’edificio non è circolare ma rappresenta piuttosto l’intersezione di un quadrato con una croce greca (bracci uguali). Ognuna delle quattro facciate era dotata di un corpo con una loggia che si poteva raggiungere salendo una gradinata. Ciascuno dei quattro ingressi principali conduceva, alla sala centrale sormontata da una cupola. L’ aula centrale e tutte le altre stanze erano proporzionate con precisione matematica in base alle regole proprie dell’architettura di Palladio, che egli elaborò nei suoi “Quattro libri”.Proprio la sala centrale rotonda è il centro della composizione.

Ognuna delle quattro logge presentava un pronao (ingresso) con il frontone ornato da statue di divinità dell’antichità classica. Ciascuno dei frontoni presenta sei colonne ioniche.

LA BASILICA PALLADIANA

Andrea Palladio: ” Basilica” XVI sec. Vicenza

Questa Basilica veneta presenta al piano terra una serie di finestre serliane (ideate dall’architetto Sebastiano Serlio) con grande arco centrale a tutto sesto poggiante su due colonnine doriche. Accanto alle colonnine vi sono grandi semicolonne doriche unite dalla trave che creano altre due aperture come fosse una grande trifora o polifora secondo un altro punto di vista. La trabeazione (architrave, fregio, cornice) è formata da un fregio con triglifi (formelle rettangolari con tre scanalature) e metope (formelle rettangolari lisce o scolpite). Sopra la trabeazione la balaustra. Il secondo registro è di ordine ionico. Sopra un’ altra balaustra sormontata da statue.