Leonardo da Vinci (1452-1519) è un artista toscano che ha iniziato presto a lavorare nel laboratorio di Andrea Verrocchio. Leonardo è il più grande poliedrico genio mai esistito. Quindi l’eccletismo di Leonardo è una fortuna, ma al tempo stesso una maledizione. Infatti la sua mente sempre in movimento lo porta spesso ad abbandonare i lavori che aveva per le mani, con il risultato di molte opere incompiute. I pochi lavori completati hanno lasciato un segno enorme. Allo stesso modo il suo amore per la sperimentazione lo porta a cercare tecniche non convenzionali. Dunque Leonardo è riuscito ad innalzare la pittura a nuovi vertici attraverso un attento studio della natura. Inoltre ha una straordinaria capacità di esprimere le emozioni umane con un nuovo modo di intendere luci e ombre.
Nell’ Europa del Rinascimento, molti artisti vivevano all’ interno del sistema del mecenatismo: i potenti proteggevano ed aiutavano gli artisti commissionando loro delle opere, innanzitutto Leonardo ebbe fortuna con i rivali della famiglia fiorentina Medici: gli Sforza famiglia di Milano. Il disegno per Leonardo è una lettera, una parola, una frase. Invece di esprimersi a parole egli si spiega con il disegno con matite, carboncino, penne. Quindi la sua scrittura ideale segue i moti dei pensieri traducendoli con immediatezza. In precedenza gli artisti erano ritenuti semplici artigiani, dotati solo di abilità manuali. Leonardo, invece, coltiva l’aspetto intellettuale della pittura. Inoltre le sue opere sono insuperabili dal punto di vista della perfezione tecnica. Ad ogni modo questo aspetto è passato in secondo piano rispetto alle sue capacità compositive ed espressive di rappresentare gesti ed emozioni.
MONNA LISA
Leonardo sviluppa un nuovo metodo per analizzare la realtà. Fondato non solo sulle regole della prospettiva, ma soprattutto sull’osservazione diretta della natura. Per rappresentare il volume dei corpi utilizza la tecnica dello sfumato che permette di passare in modo graduale da un tono all’altro senza contrasti. L’ambiente è formato da aree vibranti di luce e di colore. Leonardo rende la percezione dell’umidità dell’aria e della densità atmosferica. Quindi i suoi paesaggi sono spesso avvolti nell’aria nebbiosa. Per ottenere questi effetti di profondità spaziale Leonardo introduce la prospettiva aerea. Leonardo ha subito compreso come gli oggetti più lontani tendano gradualmente a sbiadirsi per una maggiore densità atmosferica, quindi Leonardo riesce a rappresentare gli effetti dell’aria grossa, ossia degli strati atmosferici più lontani.
DESCRIZIONE
Leonardo ha creato: “La Gioconda” per il Giocondo un ricco mercante fiorentino che gli aveva chiesto un ritratto della moglie Monna Lisa. Il significato del celebre sorriso di Monna Lisa è oggetto di innumerevoli studi. La sua leggera asimmetria lo rende enigmatico. Il volto è rappresentato di 3/4. La luce proviene dal fondo. Monna Lisa guarda l’osservatore ma non direttamente, infatti sembra assorta nei suoi pensieri. Rilassate ed eleganti le mani conserte esprimono un senso di quiete. Leonardo usa degli strati di colore per fondere luce e ombra. Vi è un forte contrasto tra l’elegante Monna Lisa e il paesaggio montagnoso alle sue spalle. Leonardo si rifiuta di dipingere i tranquilli paesaggi cari ai suoi contemporanei rappresentando, invece, i paesaggi nei suoi aspetti più suggestivi. Oggi una serie di crepe copre la superficie del dipinto. Questo effetto conosciuto come “craquelure” (screpolatura) è dovuto all’ essiccazione del colore.
LA TECNICA DI LEONARDO: DIPINGERE L’ARIA
- Secondo Leonardo la pittura è più importante della scultura poichè sottolinea l’ importanza di luce e colori. Leonardo ha scritto un trattato sulla pittura che valorizza il disegno.
- 1 La base: definire la tavolozza per il cielo e le colline: giallo+blu= verde ed il bianco. Per l’acqua: blu di Prussia, bianco, terra di Siena bruciata.
- 2 Il cielo: l’area è divisa in tre parti. Cielo e colline: blu di Prussia, giallo limone, bianco, terra di Siena bruciata. Per le zone più calde si aggiungono giallo di cadmio, bianco. I colori sono diluiti e vengono applicati con pennellate leggere. Infine nebbia azzurra.
- 3 La luce e l’acqua: I riflessi sulle colline sono creati con giallo di cadmio e bianco, mentre per l’acqua si usano blu di Prussia, bianco.
- 4 Strati di colore: utilizzare vari strati di colore
- 5 Le colline e il velo: le colline con terra di Siena bruciata, giallo ocra, bianco, blu di Prussia. I capelli: terra d’ombra bruciata. Velo: terra di Siena bruciata, giallo di cadmio, bianco.
- 6 I dettagli: sfumare i contorni con un pennello asciutto
- 7 Velature: rendere i colori sempre più fluidi con l’aggiunta di olio
- 8 Rifiniture: fondere giallo e bianco per la luce del sole
LA DAMA CON L’ERMELLINO
All’interno delle corti il ritratto rispetta delle regole precise per esprimere il rango sociale del committente. Lo sguardo della persona raffigurata non incontra lo sguardo dell’osservatore, eliminando il dialogo ed affermandone la superiorità. Secondo Leonardo il carattere psicologico del soggetto deriva dal rapporto fra la posizione del corpo, l’inclinazione della testa, la direzione dello sguardo. Questo ritratto di Leonardo rappresenta Cecilia Gallerani l’ amata del duca Ludovico Sforza mecenate di Leonardo. Infatti l’ermellino è l’emblema araldico della casata Sforza. Inoltre ermellino in greco si dice: “galen” termine che potrebbe aver prodotto un gioco di parole sul cognome di Cecilia. La dama volge la testa come se stesse per parlare con qualcuno che sta entrando in una stanza, ma allo stesso tempo mostra la solennità di una statua. Secondo Leonardo gli occhi sono la finestra dell’anima. Il sorriso è accennato, infatti, Leonardo preferisce accennare un sentimento che sottolinearlo. L’ermellino è dipinto con precisione. L’ ermellino è simbolo di purezza, infatti la leggenda narra che se si macchia la pelliccia bianca l’ ermellino muore. Entrambi sono rappresentati con un atteggiamento severo. I colori sono in contrasto. La luce è frontale. L’opera d’arte esprime la roteazione dovuta ai movimenti opposti della dama e dell’ermellino.