L’ Arte di Michelangelo

Michelangelo Buonarroti (1475-1564) è un artista toscano, la sua formazione artistica si svolge a Firenze presso il laboratorio del Ghirlandaio. Alla corte di Lorenzo il Magnifico studia le opere antiche della famiglia medicea. A Roma il Papa gli affida l’affresco della volta della Cappella Sistina. Nelle opere di Michelangelo il vero protagonista non è il paesaggio, ma l’uomo in quanto espressione di perfezione. La pittura di Michelangelo si avvicina alla scultura. Di questa, infatti, ha la forza plastica.

Michelangelo: “Volta della Cappella Sistina” 1508-1512 affresco 13×36 m. Musei Vaticani

La volta contiene 300 figure ed è organizzata in una cornice architettonica che consente di seguire la successione dei contenuti. Nelle vele triangolari individuiamo gli Antenati di Cristo, nei quattro pennacchi angolari gli eventi fondamentali d’Israele: “La lotta fra Davide e Golia”, “Giuditta e Oloferne”, “La punizione di Aman”, “Il serpente di bronzo”. Tra le vele e tra i pennacchi vi sono i Profeti e le Sibille in trono. Nella parte centrale nove riquadri con le Storie della Genesi.

LA VOLTA

  • 1 Dio separa la luce dalle tenebre
  • 2 Dio crea il Sole, la Luna e la Terra
  • 3 Dio separa le terre dalle acque
  • 4 La creazione di Adamo
  • 5 La creazione di Eva
  • 6 La cacciata dal paradiso terrestre
  • 7 Il sacrificio di Noè
  • 8 Il diluvio universale
  • 9 Ebbrezza di Noè
  • 10 Il profeta Zaccaria
  • 11 La sibilla delfica
  • 12 Il profeta Isaia
  • 13 La sibilla cumana
  • 14 Il profeta Daniele
  • 15 La sibilla libica
  • 16 Giona
  • 17 Il profeta Geremia
  • 18 La sibilla persiana
  • 19 Il profeta Ezechiele
  • 20 La sibilla eritrea
  • 21 Il profeta Gioele
  • 22 Davide e Golia
  • 23 Giuditta e Oloferne
  • 24 Giosia con madre e padre Amon
  • 25 Ezechia con madre e padre Achaz
  • 26 Asa con madre e padre
  • 27 I genitori del futuro re Jesse
  • 28 Il serpente di bronzo
  • 29 La punizione di Aman
  • 30 Salomone
  • 31 Roboamo
  • 32 Ozia con fratello, madre e padre Joram
  • 33 Zorobabele con madre e padre Salatiel

La caratteristica di Michelangelo è di rappresentare i corpi dipinti in modo volumetrico ossia come delle statue. Michelangelo ottiene questo effetto attraverso una linea di contorno con la quale stacca le figure dal fondo. I colori sono luminosi e spesso complementari: arancione-blu, viola-giallo, rosso-verde. Michelangelo ha voluto rappresentare il passaggio di coloro che sono ancora legati alle passioni terrene poichè non conoscono Gesù (Antenati di Cristo), al mondo divino (Storie della Genesi). Nelle storie della Genesi vi sono le storie umane ambientate in paesaggi desolati: il sacrificio di Noè, il diluvio universale, ebbrezza di Noè per poi giungere agli eventi della creazione.

IL PROFETA ZACCARIA

Zaccaria fa parte della serie dei Veggenti, collocati su ampi troni. Ognuno di essi è affiancato da un paio di giovani assistenti. Ai lati vi sono finti altorilievi di angioletti a coppie, in varie posizioni. Il nome dei veggenti (in questo caso ZACHERIAS) è scritto in tabelle sotto la piattaforma che fa da base al trono.

Zaccaria ha la parte superiore del busto e la testa di profilo, intento a sfogliare un grosso volume profetico, con un atteggiamento calmo e assorto che non ha il dinamismo di altre figure della stessa serie. La sua veste è giallo-arancio, con un manto verde chiaro sulle gambe che, girando fino alla spalla, mostra la fodera rosso.

Alle sue spalle vi sono due bambini che guardano verso il libro, dipinti con velature.

La presenza di Zaccaria sopra la porta si spiega con il suo ruolo di profeta per eccellenza della Settimana Santa (“Gerusalemme; ecco, il tuo re viene a te; egli è giusto e vittorioso, umile e montato sopra un asino”: Zc 9, 9), ricollegandosi ai riti che si svolgevano in tale festività nella cappella, e quindi solennemente posto nel punto in cui il Papa faceva il suo ingresso. 

LA SIBILLA ERITREA

La Sibilla Eritrea fa parte della serie dei Veggenti, collocati su ampi troni. Ognuno di essi è affiancato da un paio di giovani assistenti. Ai lati vi sono finti altorilievi di angioletti a coppie, in varie posizioni. Il loro nome è scritto (in questo caso ERITHRAEA) in tabelle sotto la piattaforma che fa da base al trono.

La Sibilla Eritrea si sta volgendo a sfogliare, quasi stancamente, le pagine di un grande volume di profezie, appoggiato su un leggio coperto da un panno. Il corpo della sibilla è voltato verso il profeta Ezechiele, che a sua volta guarda in direzione della sibilla: in questo modo tra le due figure si stabilisce una relazione che rappresenta un unicum in tutti gli affreschi della volta. La struttura della donna è evidenziata dalle possenti braccia, lunghe e muscolose. L’utilizzo di diversi colori nei panni che la rivestono, con accentuate tonalità di verde e giallo-ocra, creano un effetto cromatico delicato. Indossa infatti una tunica bianca chiusa da una veste rossa con decorazioni multicolori e un manto a più strati sulle gambe, verde, giallo e viola.

Dietro il leggio uno dei due assistenti accende una candela, simbolo di divinazione, con una fiaccola, mentre il secondo, in ombra, si strofina gli occhi come se si fosse appena svegliato, forse simboleggiante l’effetto di risveglio nelle anime illuminate dalla conoscenza.

LA CREAZIONE DI ADAMO

Michelangelo: “La creazione di Adamo”

Tra i dipinti di Michelangelo, questo è senza dubbio uno dei più complessi e difficili mai realizzati dal Buonarroti: Dio crea Adamo sfiorandolo con l’indice.

La creazione di Michelangelo ricevette fin da subito un gran numero di complimenti e di critiche positive, andando già a costruire la fama immortale che tutt’oggi circonda questo affresco. Michelangelo sceglie di rappresentare Dio e Adamo entrambi con le braccia alzate. L’ambiente che circonda le due figure è poco definito ed è privo di dettagli, sta a simboleggiare la nascita del mondo, dove tutti i suoi elementi caratteristici ancora devono prendere vita.

Adamo si trova sdraiato su un piccolo spazio erboso, mentre Dio arriva dal cielo, circondato dagli angeli, tutti insieme contenuti all’interno di un nimbo (luogo) angelico. Facendo attenzione, è possibile notare che lo stesso nimbo ricorda molto da vicino la forma del cervello umano, e metaforicamente potrebbe indicare l’idea della creazione di Adamo da parte di Dio. Questo è uno dei lavori più famosi della Cappella Sistina di Michelangelo, e con protagonisti Adamo e Dio. La suggestiva posizione dei due protagonisti, rappresentati con le braccia tese sfiorandosi le dita rappresenta in modo eccezionale la forza della scintilla della creazione divina, che passa da Dio alla sua “creatura”, e quest’ultimo, riflette lo stesso movimento, risvegliando la forza di Dio.

Spostando la nostra attenzione su Adamo, è possibile notare che tutto il suo corpo è stato disegnato in modo perfetto sotto un punto di vista anatomico: a partire dalle costole, fino a giungere alla muscolatura degli arti. La posizione di Adamo suggerisce che si stia progressivamente svegliando, appoggiando il braccio sul ginocchio, in modo poco sicuro, in netto contrasto con la posizione di Dio, che giunge con grande sicurezza verso la propria creazione. Altra contrapposizione è rintracciabile anche nei volti dei due protagonisti: da una parte Adamo è giovane ed adolescente, con un’espressione leggermente insicura, mentre Dio, con i capelli bianchi e la barba grigia, sembra simboleggiare una forte sicurezza e saggezza.

IL GIUDIZIO UNIVERSALE

Michelangelo: “Giudizio Universale” 1536-1541 affresco Musei Vaticani
  • La composizione è incentrata sul Cristo Giudice: dal suo braccio alzato derivano tutti i movimenti come in un vortice.
  • Accanto a Gesù la Madonna si ritrae quasi timorosa nel suo mantello.
  • Gli Eletti salgono verso il cielo dalle tombe a sinistra.
  • A destra i Dannati vengono scagliati in basso e Caronte con la sua lugubre barca li trasporta all’inferno.

Secondo Michelangelo alla fine dei tempi sarà Cristo e non Dio ad emettere il suo giudizio decidendo chi sarà salvato e chi sarà condannato. La Madonna che solitamente nell’ attimo del giudizio finale può intercedere a favore degli uomini nella versione di Michelangelo non può più farlo. Gli Eletti coloro degni della Resurrezione dei corpi, si contrappongono ai Dannati: coloro che per i loro peccati non sono stati scelti per la vita eterna.

DESCRIZIONE

In alto i gruppi angelici portano i segni del martirio di Cristo: croce, corona di spine, colonna della flagellazione. Al centro un semicerchio intorno a Gesù Cristo con gli apostoli: S. Pietro con le chiavi, S. Paolo con una veste rossa, S. Bartolomeo con il coltello ed il proprio corpo, S. Sebastiano con le frecce del martirio, S. Andrea con la croce, S. Biagio con i pettini chiodati, S. Caterina con la ruota dentata, S. Filippo anziano con la croce. Dunque al di sotto gli angeli svegliano i morti invitandoli alla resurrezione suonando le trombe. Quindi altri mostrano i libri profetici.

In basso a sinistra la lite fra angeli e demoni: un angelo porta in alto un uomo prendendolo per i piedi, un demone lo prende per i capelli trascinandolo in basso. In basso la resurrezione: le anime escono dai corpi. A destra l’inferno tinteggiato di rosso. Caronte trasporta con la barca gli uomini per portarli davanti al giudice infernale Minosse avvolto dai serpenti. L’ opera d’arte esprime l’irrequietezza del periodo dovuta al conflitto fra idee cattoliche e idee protestanti (i protestanti criticavano l’eccessiva ostentazione di ricchezza dei cattolici cercando una religione più genuina).

TECNICA AFFRESCO

  • Rinfazzo: primo strato d’intonaco grezzo
  • Arriccio: secondo strato d’intonaco
  • Intonaco liscio: terzo strato
  • Pennellate veloci: su intonaco bagnato
  • Parte bassa del Giudizio Universale: Incisione Indiretta (tecnica di trasposizione del disegno preparatorio di un affresco dal cartone all’intonaco. Consiste nell’appoggiare sull’intonaco ancora fresco il cartone con il disegno a grandezza definitiva e nel ripassarne i contorni con una punta metallica).
  • Parte alta del Giudizio Universale: Spolvero (Tecnica di trasposizione del disegno preparatorio di un affresco dal cartone all’intonaco. Consiste nell’appoggiare sopra l’intonaco ancora fresco il cartone con il disegno a grandezza definitiva con dei forellini lungo il contorno ottenuti con una punta metallica. Successivamente si batte sul cartone forato con una busta con polvere di carbone, che passando dai fori, lascia una traccia sull’intonaco).